domenica 15 agosto 2010

Il Corriere della Sera

8 agosto 2010
Pag. 38 Cultura


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GIALLI ELISABETTA BUCCIARELLI

Quando il delitto è uno strano gioco pieno di passioni

Intrecci Un divertissement al nero di maniaci, poliziotti, musicisti e guardarobiere

È costruito a brevi tessere il giallo singolare di Elisabetta Bucciarelli, dove i personaggi si propongono alla spicciolata, con rapidi ritratti, curati bene con una scrittura di raffinata nonchalance. Femmina de luxe (Gruppo Perdisa Editore, pp. 116, Euro 9) fila dunque svelto e allegramente sparpagliato. La prima ad apparire dei tanti personaggi strambi è Olga che è alla ricerca di un «uomo per fare sesso». È una donna molto in carne (ma «gioiosa») a cui piace mangiare golosamente, senza patologie bulimiche. Fa la guardarobiera alla Scala e si procura i vestiti nei «magazzini dell' usato» del teatro che poi adatta al proprio corpo con fantasia. Poi comparirà uno degli uomini a lei destinati: è Olmo, jazzista, detto «Cavallo lesso», uno squattrinato che vive la propria passione per la musica. Dopo di lui arriverà in scena Maria Dolores Vergani, ispettrice di polizia quarantenne, che forse ama segretamente il poliziotto Marra, ma «da vera professionista della rinunzia era capace con destrezza ad annientare anche le emozioni più forti». Al momento il caso più importante da seguire è quello di un maniaco che ha l' abitudine di imbrattare di sterco le cabine telefoniche di Milano. Ma arriva una faccenda ben più seria. Marta, una bella e giovane fisioterapista scompare: lavorava in ospedale ed era la fidanzata di un primario. Si verrà a sapere che è stata in Svizzera a farsi fare un intervento di liposuzione a un piccolo deposito di grasso ai fianchi, che ne deturpava la perfezione fisica. Presto però viene trovato il suo cadavere e il mistero s' infittisce, anche perché l' autopsia stabilisce una morte naturale, probabilmente dovuta a un' infezione dopo l' intervento, comunque riuscito male. Mentre il lettore continua a seguire gli eventi della storia principale a singhiozzo, assiste alle vicende separate di Olga e Olmo che hanno un complicato rapporto d' amore, quelle più platoniche che altro della stessa donna ingorda di cibo e sesso con il «pazzo dell' arte», una creatura che vive in una comunità di sanità mentale, che qualche volta deraglia ma con stravaganze per lo più non rischiose. Misterioso è invece lo spostarsi sul set di città diverse (Bologna, Torino, Venezia e Roma) di un uomo senza nome, non solo cultore del bello in veste femminile, ma anche amante di ambienti raffinati. È un uomo con splendide ragazze che esibisce qualche giorno per poi cambiarle. I fili volutamente sparpagliati delle diverse storie trovano una loro logica (e leggera) concatenazione che non solo risolve il giallo della morte di Marta, ma forse anche quello dell' uomo che imbratta di sterco le cabine dei telefoni, destinato (se è lui) a una gran brutta fine. Ma importa poco la conclusione della vicenda (o delle vicende): ciò che conta in questo libro sono la leggerezza e la naturalezza con cui tante piccole storie s' incrociano, in un divertimento della scrittura che non ha neppure un piccolo cedimento nel cattivo gusto. RIPRODUZIONE RISERVATA

De Rienzo Giorgio

Pagina 38
(8 agosto 2010) - Corriere della Sera



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