domenica 5 aprile 2009

Balsamodicartascritta.it

Balsamo di carta scritta
Donne di lusso (grazie anche a Femmina de luxe)
5 aprile 2009
Qui l'originale

Sono solitamente più attenta ai contenuti che ai generi, nel senso che sono convinta che si debba parlare e scrivere di realtà che si conoscono *bene* e compito dello scrittore sia tentare, in qualità di filosofo spicciolo, di esaminare la concretezza dell'esistente, cercare e divulgare un messaggio, in una società ed in un momento storico che ne tenta l'annullamento, per una massificazione intollerabile ( leggasi: portare il cervello all'ammasso). La narrativa vi si adegua , cercando di limitarsi ad essere puro svago, che spesso ricalca il nulla contenutistico di certa fiction televisiva (non tutta) o del telefilm in cui c'è una morale stereotipata ( che è spesso il rovesciamento sistematico delle convinzioni della generazione precedente) e cresce sui banchi di vendita un ciarpame ambientato, tra l'altro, all'estero, come se "facesse più fine" piazzare un omicidio in California piuttosto che a Cologno Monzese o a Bisceglie. Nulla in contrario che si parli di morti statunitensi o di vicende ambientate in altri tempi e luoghi, purché ci sia documentazione adeguata. Ognuno narra bene il suo *vissuto* o, diversamente, scrive come i bambini "che giocano a: facciamo che tu eri o che io ero" :-)
Io sono per la concretezza. Sono convinta che i più grandi romanzi siano quelli che raccontano la gente comune.
Io detesto la retorica, sia quella veterocattolica, che quella che parla sinistrese ed anche, decisamente, ciò che tenta di rivalutare lo spirito meritocratico caro alla destra, quando sappiamo tutti e da sempre che il merito non basta e spesso è, semmai, un inghippo.
Per questo ho apprezzato il romanzo di Elisabetta Bucciarelli, di cui ho scritto una recensione su Facebook, in occasione della presentazione alessandrina. Vi ho visto ( l'ho letto mesi fa) *il contenuto*, pregnante. Non solo: ho apprezzato la scrittura femminile che preferisco, quella attenta al sociale e che nobilita la capacità d'indagine femminile, in questo caso specifico: sulle donne. 
Per cui, DONNE, e non femmine, questo libro fa per noi. Così come può essere una buona lettura per uomini che amano le donne vere e non uno specchietto insulso che dica loro quanto è lungo il loro ...naso, quasi pari alla loro intelligenza incommensurabile. In poche parole : per UOMINI e non per i vari Tarcisio il Vanesio, che s'incontrano qui e là, spesso supportati da una scema da riporto.

La trascrivo qui:

Lo ammetto, io ho gusti "classici". Io non ho educato me stessa al noir onirico, a consumare un delitto crudo, a perdermi nei meandri sordidi dell'Io. Per appartenenza generazionale a quella gente che cercava concretezza ed idealismo, messaggio e poesia, contraddizioni che il senno di poi ha più che mai evidenziato, ma io tendo ancora a chiedermi, leggendo un romanzo: a che cosa mira? Quali stimoli mentali offre per interpretare la società e la singola vita? E' un vizio personalissimo che mi fa preferire la sostanza a qualsiasi belletto formale, anche se la formula snella di BabeleSuite non indulge in tentazioni barocche in tal senso. Ogni storia è una fucilata. Un solo sparo netto e preciso, che colpisce al cuore, tant'è che è difficile infilare uno spaccato del sociale, una chiave di lettura sofisticata e nel contempo snella e schietta com'è riuscita Elisabetta Bucciarelli in questo suo lavoro, veicolato dalla figurina sexy che Catacchio ha messo al centro della copertina, elegante e significativa, sebbene non "carnale". Emblematica come sono le due belle figure femminili del romanzo: Olga e Marta, tanto diverse eppure così sorelle nell'incapacità di amarsi e di farsi amare, di accettarsi ed essere accolte. Vittime. Olga burrosa, vestita in modo romanticamente curioso e tesa alla realizzazione d'improbabili sogni d'amore con personaggi che la vita ha già circoscritto in un cerchio di fuoco di riconoscibile emarginazione. Olga che viene oltraggiata e difesa. Marta, che ha le carte in regola, che è l'oggetto del desiderio che non è pago di sé, perché la bellezza è perfettibile fino alla morte. E si diventa, donne, oggetti in balia della speranza e della... disperazione, contrasto che fa a pugni con la saggezza; strette nella morsa del sogno, del gioco, dell'inganno della seduzione. Ebbene, se potessi, prenderei per mano Olga e le farei scoprire altri amori di cui penso sia capace: per il prossimo, gli animali, le cose, la bellezza dell'attimo fuggente. Quanto a Marta, a tutte le marte del mondo farei ripetere come un mantra : sono bella e non in vendita, più volte e se mai fossi in vendita lo sarei per diventare la più amata dalla *libertà di essere soltanto Marta* e non un'icona del desiderio di chi, in fondo, si confonde con il nero su bianco delle parole, se appena scompigliamo i fogli con il vento dell'omologazione.
Tutto ciò in cento pagine, in cui c'è anche un misterioso attaccastronzi in cabine telefoniche, che manifesta così la sua follia d'esistere. Chiede ad un mondo di merda di accorgersi che c'è anche lui. Qualcuno indaga, è ovvio. Stanco del via vai di un lavoro utile e ingrato. Femmine da buttare, femmine di lusso, per lettrici che preferiscono essere Donne, nel mentre hanno tra le mani un gioiellino di divertimento e riflessione.


Rossana Massa


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